

Solstizio d’estate: semplici rituali per celebrarlo
Solstizio, ovvero fermata del sole: un evento significativo per gli antichi che due volte l’anno assistevano con stupore a questa straordinaria performance. Il Sole, datore di vita, raggiunge il punto più alto (in estate, o più basso in inverno) del cielo rispetto all’orizzonte e cui sembrava sostare, per poi riprendere il suo cammino verso l’oscurità autunnale dal 21 giugno (solstizio d’estate) o verso la luce primaverile dal 21 dicembre (solstizio d’inverno).
Significato del solstizio d’estate presso gli antichi
In tante tradizioni, inca, maya, persiana, celtica, giapponese, il sole scandiva i cicli della vita, accompagnava al letargo animali e piante e li risvegliava la primavera successiva per ricondurli a fruttificare e a riprodursi, prima di addormentarsi di nuovo. Fu così che, sparendo ogni sera per riapparire all’alba e indebolendosi a ogni inverno per trionfare l’estate successiva, divenne anche il signore dei morti. Il caso più eclatante è in Egitto, dove cambia anche nome: Ra, quando brilla nel cielo, Osiride come sovrano dell’oltretomba.
Per questo i grandi templi solari come Stonehenge, il Torreon sul Machu Picchu o la roccia del Sole in Valcamonica, erano anche osservatori astronomici, servivano per adorarlo, ma anche per scandire il tempo e i suoi riti. Quando il cristianesimo si affermò, soppiantando gli antichi dèi e i loro culti, non riuscì a soffocare l’ubiquitaria passione per il sole e le sue feste, così lo accolse, cambiando il nome ai solstizi, che presero il nome di “san Giovanni” (l’Evangelista in inverno e il Battista in estate). Ma il nome Giovanni deriva dal sanscrito jana, che significa porta, dunque nascondono le due porte annuali del sole, quella degli uomini e quella degli dèi, come già il poeta Omero definiva i due solstizi. Ma sopravvissero anche i fuochi, accesi nei campi per dare energia al sole e purificare uomini e animali, con un unico spostamento: dal 21 giugno passarono al 24 (natività del Battista) e lo stesso si fece d’inverno con le candele natalizie.
Riti e tradizioni della notte di San Giovanni in Italia
Nella notte di mezza estate, cantata da Shakespeare, quando il Sole (Fuoco) si tuffa nelle acque materne del Cancro, ha luogo quella magica unione che i babilonesi celebravano come nozze cosmiche.
Notte di San Giovanni
Il culmine dei festeggiamenti, che avevano inizio nella notte del Solstizio, era la cosiddetta notte di San Giovanni ovvero la notte tra il 23 e 24 giugno. Anche la nostra tradizione ne conserva un eco, con la raccolta della rugiada e il mazzolino delle nove erbe, tra le quali non deve mancare il magico iperico, detto anche “erba di San Giovanni”, perché macerato in olio lo tinge di rosso, colore del sangue e del sole e lo si appendeva al di sopra della porta di casa per proteggerla dai malanni. Ma i grandi protagonisti restano i fuochi, sui quali si saltava in coppia per avere fortuna. La loro forza scacciava demoni e streghe.
Tipicamente italiana la tradizione di mangiare lumache, simboli lunari, e di rinnovare patti di amicizia e alleanza, il famoso comparatico, mentre le ragazze in attesa dell’amore cercavano spiavano il futuro in vasi pieni d’acqua e chiara d’uovo. Di queste usanze qualcuna sopravvive ancora, perché il solstizio d’estate nell’immaginario resta il magico passaggio temporaneamente aperto tra visibile e invisibile. E tra fuochi, danze e benedizioni di erbe e cristalli, riportati in auge dai movimenti wikka e new age, il sole torna al centro del palcoscenico.
Rituali magici per celebrare il solstizio d’estate e la notte di San Giovanni.
Ma oggi, in questi tempi moderni ad alta tecnologia e alta velocità cosa possiamo fare per ritrovare un contatto con la tradizione e rendere omaggio al Sole nella notte più magica dell’anno?
Accendere fuochi
In tutta Italia la notte del solstizio d’estate si accendono fuochi. Da sempre il fuoco è stato simbolo di purificazione dal male e di inno alla luce. Pertanto è usanza molto diffusa accendere dei fuochi, soprattutto nelle campagne. Si bruciano le erbe vecchie, si danza e si salta intorno alle fiamme. Mi rendo conto che soprattutto che accendere un fuoco, soprattutto per chi non vive in campagna o non ha un camino non è semplice. Niente paura! Se volete celebrare la notte di San Giovanni e rendere grazie alla luce basterà accendere una candela.
Raccogliere le erbe di San Giovanni
La tradizione vuole che vengano raccolte delle erbe per festeggiare il solstizio. Il “mazzetto di San Giovanni” deve essere composto da 7 o 9 tipi di erbe diverse: rosmarino, salvia, lavanda, mentucccia, iperico, artemisia, aglio, prezzemolo e ruta. Artemisia, iperico e lavanda non devono assolutamente mancare.
L’iperico, noto anche come “erba di San Giovanni” veniva usato in antichità per curare le cicatrici. L’artemisia invece, viene ritenuta molto potente per aiutare la cura malattie importanti. La lavanda infine, purifica e porta lontano le negatività. Il mazzetto così composto era considerato quindi un portentoso portafortuna. Non è facile trovare o uscire a raccogliere queste erbe oggigiorno, soprattutto per chi vive in città. Pertanto posso suggerire di provare a comporre un mazzetto di erbe con quelle che riuscite a trovare, ma non dimenticate la lavanda.
Il mazzetto di San Giovanni, una volta composto, la notte del 23 giugno va tenuto sotto il cuscino. Vi porterà sogni premonitori.
Altro uso che se ne può fare è invece mettere tutte le erbe in un catino pieno d’acqua ed esporlo alla luce lunare la notte del 23 giugno. La mattina del 24 si potrà utilizzare l’acqua di San Giovanni per lavarsi. Questo rituale vi poterà fortuna e vi purificherà.
Ecco un messaggio del solstizio d’estate da parte di Laura Tuan con meditazione finale
Bere la rugiada
La rugiada che si forma sui campi nella notte del solstizio d’estate, è simbolo di nuova fioritura, purificazione. Pertanto sdraiarsi o camminare sull’erba la mattina all’alba del 24 giugno o raccogliere la rugiada e berla, si dice sia portatrice di fecondità e allontani il malocchio. La tradizione vuole che questo rituale sia particolarmente benefico per il corpo che così acquista vigore e fascino. Pare inoltre che sia particolarmente indicato per chi soffre di reumatismi.
Rituali per l’amore
Volete avere informazioni sul vostro futuro marito? Ecco cosa potete fare la notte del solstizio d’estate.
Prendete un bicchiere, riempietelo d’acqua, rompete un uovo e versate solo l’albume nel bicchiere. Poi lasciate il tutto sul davanzale della vostra finestra la notte del 23 giugno. La rugiada di San Giovanni si depositerà sul vostro bicchiere e la mattina la forma che avrà assunto l’albume nell’acqua, vi svelerà informazioni importanti sul vostro futuro sposo.
Narra la tradizione che questa è la notte della premonizione. A mezzanotte, dopo aver pregato San Giovanni, se vi guarderete allo specchio o nell’acqua potrete vedere riflesso accanto al vostro volto quello del vostro futuro diletto sposo.
Qualora vogliate invece sapere solo se sarà ricco o povero dovrete procurarvi tre fave. Prima di mezzanotte dovrete sbucciarne una completamente, una solo per metà e la terza lasciarla con la buccia. Le tre fave andranno avvolte singolarmente con della carta come fossero caramelle e lasciate sotto il cuscino. Prima di addormentarvi pregate San Giovanni di darvi informazioni riguardo lo stato del vostro futuro marito. La mattina quando sarete sveglie, infilate una mano sotto al cuscino e pescate una fava a caso. Se troverete quella senza buccia il vostro futuro marito sarà povero; se pescherete quella con la buccia a metà, sarà benestante; se invece tra le vostre mani troverete la fava con la buccia avrete un marito ricco.
Infine se volete celebrare alla perfezioni la notte del solstizio d’estate non potete dimenticare l’aglio! Si dice infatti che “ chi non prende l’aglio a San Giovanni, resta povero tutto l’anno”.
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