Abbinare lavoro e talento

Stefania: “Allora questa azienda praticamente era una cooperativa agricola che io amministravo, in pratica vendeva prodotti agricoli ai supermercati, già confezionati nelle casette. Quello che mi piaceva di più era la parte di comunicazione con i clienti, con i fornitori, avevo questo scambio continuo con chiunque. Mi occupavo delle assunzioni dei dipendenti, quindi facevo quello che piaceva tanto a me. Il fatto di parlare, di comunicare, di avere ogni giorno contatti con tante persone diverse, era proprio la la mia passione, perché quella è la mia vocazione”.

Viviana: “Brava, sei più per una comunicazione allargata, appunto intuitiva, dove tu senti quello che c’è bisogno di dire e lo dici. Siccome sei intuitiva, istintiva, senti che è il momento di dire questo e di non dire quell’altro e fai sempre la cosa giusta quando comunichi. Per te è molto importante imparare a collaborare con gli altri, cioè non lavorare da sola, perché questo fa parte anche della tua missione. Tu sei molto brava a stare anche da sola, però è molto importante per te collaborare insieme agli altri”.

Stefania: “Mi piace proprio questo scambio con altre persone, è una cosa mentale”.

Vocazione e destino

Viviana: “E soprattutto ti porta nella direzione dell’anima, perché tu attraverso lo scambio con le persone ti alimenti, è come se fosse cibo e non ne puoi fare a meno perché ti porta nella direzione del tuo destino, che è quello di comprendere l’altro, di ascoltarlo, di parlargli, di dialogare: questa cosa qui ti fa evolvere. Per te che hai già capito tutte queste cose, perché lo stai già facendo, sicuramente quella è la strada giusta. Quindi non lavorare da sola, lavorare con gli altri e con la comunicazione, ma in un senso ampio e non quindi di ragioniere diciamo, perché c’è anche questo tipo di comunicazione o di utilizzo della mente può essere fatto anche se vuoi per la contabilità”.

Come capire il lavoro che fa per te con il tema natale

Stefania: “No, il mio ruolo era aver contatti con i clienti, con i fornitori, con i dipendenti. Mi piaceva perché era un ufficio tutto femminile, io devo dire la sincera verità, che vado piuttosto d’accordo con le donne, non ho mai avuto grandi problemi, perché non sono particolarmente competitiva. Qualunque lavoro nella mia vita ho sempre lasciato un buon ricordo dietro di me, non ho mai litigato con nessuno. A me piace proprio parlare con le persone, ascoltarle, anzi, di solito visto che nei miei lavori precedenti ero sempre la più anziana, sono sempre stata presa come la mamma, e quindi quella a cui si raccontavano i problemi. Cerco anche di avere sempre una parola di conforto; sono abbastanza disponibile ad aiutare le persone nei limiti del possibile, perché sento che nella vita già è difficile. Se non ci aiutiamo un pochino tra di noi, è veramente complicata”.

Parlare sul palco: uno dei talenti di Stefania

Viviana: “Infatti volevo anche dirti che hai il talento di capire la psiche delle persone, di aiutarle, hai un’emozionalità nel comprendere i loro problemi. Più eserciti la capacità di ascolto e più ti fa bene anche a te. Quindi non devi solo parlare ma anche ascoltare. Dal punto di vista lavorativo, c’è anche un’importanza di aspetti fuoco: c’è un’immagine di una donna intraprendente sul lavoro, di una donna che non si arrende, che fa, e questo è molto importante per quello che riguarda il come gli altri ti vedono sul lavoro, la tua posizione ed il ruolo non solo lavorativo, ma anche di moglie, di donna, come sei inserita nella società”.

“Sei una donna cosciente del suo ruolo, comunque che sa cercare un ruolo e lo sa difendere. Hai voglia di mostrarlo, e ti riesce bene, quindi questa tua capacità comunicativa serve anche a far vedere chi sei veramente. Anche qualche piccolo riconoscimento pubblico ti gratifica. Ti è mai capitato di esporti pubblicamente? Di parlare su un palco?” 

Stefania: “No”.

Viviana: “Non è che sia un lavoro, però è un talento. Puoi metterti in mostra e parlare, hai la capacità di comunicare anche a un gruppo.

Stefania: “Di solito sono una persona piuttosto umile, nel senso che non mi vanto delle mie qualità, ma devo dire che ho una buona cultura generale, mi piace leggere e sono brava a scrivere, i congiuntivi e le ‘h’ non me le sono ancora dimenticate. Purtroppo non ho una vita lavorativa gratificante, sento di non aver fatto quello che avrei dovuto fare, a parte quei due anni nell’azienda che ha chiuso”.