

Missione nella vita: costruire la felicità dentro di sé. L’ esempio di Fabia
Una serie di video di lettura del tema natale per individuare e descrivere lo scopo che l’anima ha stabilito in questa vita.
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Vediamo qui l’esempio di Fabia, che ha la missione di costruire la felicità dentro di sé
Guarda il video qui:
Ciao Fabia mi fa piacere vederti, ciao. Fabia: “ciao finalmente ci parliamo un po’. E’ vero ci siamo scritte solo per i corsi che hai partecipato sempre in gruppo per cui alla fine non abbiamo mai avuto modo di fare una chiacchierata personale.
Allora oggi facciamo la missione della tua vita, tanto per restare in temi non superficiali, ovviamente io parlo adesso e ti dirò delle cose che io vedo e le darò per scontate come se fossero vere, tu poi però, mi puoi dire anche interrompendomi, “ma non è proprio così, guarda che non la vivo proprio così”….
Ovviamente la missione come la definisco in questa fase è un po’ generica, non posso entrare in un dettaglio, anche perché è generica proprio perché anche se c’è un destino che è questo che ti sto per dire, noi abbiamo il nostro libero arbitrio e quindi la manifestazione di questo destino non è necessariamente identificabile in un’unica cosa ma ci sono uno spettro generale di tante possibilità.
Con le nostre scelte con le nostre reazioni agli eventi possiamo allontanarci più a destra che sinistra, più in alto o in basso rispetto a questo grande fascio di luce. In realtà non esiste un unico destino definito nel senso come lo pensiamo noi mentalmente.
È un’energia che possiamo imparare, un’energia che noi non conosciamo abbastanza e che la nostra anima ha deciso di conoscere meglio e c’è anche un percorso, un settore anche fisico della nostra vita che dobbiamo conoscere meglio quindi qualcosa di molto mondano di molto terreno.
Il talento innato
Nel tuo caso il percorso va da “conosco bene gli altri perché ho già fatto tantissima esperienza di condivisione e di attenzione alla relazione”, quindi un talento innato maturato in altre vite o attraverso l’ereditarietà genetica di occuparti dell’altra persona, di avere attenzione per i bisogni dell’altro, a “in questa vita imparo invece a occuparmi di più di me”.
Mi preoccupo di stare bene io, di farmi del bene, fare le cose che fanno bene a me, perché se io non amo abbastanza me stessa non riesco poi a dare agli altri, perché divento vuota.
C’è un percorso che ti porta nella comprensione dei tuoi bisogni e anche nella comprensione di chi sei veramente, perché in queste tue vite ipotetiche, (poi uno può credere quello che vuole sulle vite precedenti, parallele) ma diciamo in queste esperienze già memorizzate dentro di te c’è una tendenza automatica, una forma di programmazione di essere al servizio degli altri, annullandoti e mettendoti al servizio in maniera efficiente, cioè con il concetto di lavorare tanto per gli altri producendo materialmente un accudimento.
Mi spiego meglio, non è che tu ami l’altro perché gli vuoi bene, gli dai tanti baci tanto affetto e tanta presenza, no, gli fai il letto, gli metti a posto le cose, sistemi la vita, lavori per loro, gli risolvi i problemi, non stai ferma un attimo, metti sempre a posto tutto, deve essere sempre tutto in ordine.
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In qualsiasi situazione tu ti trovi automaticamente parte la piccola lavoratrice automatica, anche se nessuno te lo ha chiesto. Io mi immagino te in vacanza, quattro amici, immagino… Fabia: “guarda è impossibile anche in vacanza, non vado mai in vacanza” non è una vacanza.
Perché tu cosa fai, ti alzi e dici “ragazzi qui c’è un casino pazzesco” adesso metto a posto io ma perché avete messo le coperte li non andavano la, ma perché è qui guardate che qui la cucina mamma mia avete lasciato tutto fuori, mi tocca sempre mettere tutto a posto a me …e cominci a mettere a posto tutto.
Quando è tutto pulito pulito, dici: “ma voi non avete fatto niente”, loro ti guardano e dicono facevi tutto tu e tu dici ma porca miseria ma perché si ripete questa cosa qua. Fabia: “è vero si si si”.
Perché tu con la tua energia sei, io lavoro – io lavoro – io lavoro e metto a posto tutto quello che han fatto gli altri, ma anche nel lavoro lo fai, nell’attività lavorativa.
Cosa vuole l’anima
Allora la tua anima dice basta, questa vita non puoi continuare a fare così, perché questo l’abbiamo capito che sei brava a lavorare, l’abbiamo capito che sei brava a mettere a posto le cose, che sei ordinata, che sei inquadrata, che hai tutto un tuo schema di riferimento.
Ora devi staccare la spina da questa cosa e la tua anima ti crea ti mette di fronte delle persone che non fanno niente, ti mette di fronte persone assolutamente confuse, persone che sono tutto l’opposto, in modo che tu all’inizio attivi la piccola lavoratrice, poi dici “ma però che cosa sono venuta qui per farti da serva, per metterti a posto tutto?” a un certo punto cominci a dire “ma com’è, dov’è la soluzione cosa che devo fare per cambiare?”.
La prima cosa che puoi fare è incavolarti (ed è normale) con loro perché dici non fate niente la seconda è attenzione ho capito comincio a non fare niente io, perché al terzo giro di tazze sporche nel lavandino quando sono diventate alte così, se tu non fai niente qualcun altro le farà.
Bisogna però metterci un po’ di pazienza, perché l’istinto è quello di mettere tutto a posto, allora io ovviamente ti faccio degli esempi molto banali di vita privata stupidi, perché non possiamo entrare in discorsi magari troppo personali però il concetto si applica al tappeto su tutto, si applica sul lavoro, si applica anche nella relazione familiare, col marito, con i figli, con il cane, con tutti, nel senso che tu non devi più essere quella che sistema tutto.
Quello che puoi fare è un piccolo esercizio che è quello di andare nella direzione dell’apertura mentale, cioè staccare, l’anima vuole che tu stacchi da questa necessità, di vedere tutto ordinato è che il primo passo è accettare il disordine, perché se non lo accetti non la smetterai di farlo.
Accettare il disordine è già un passaggio incredibile per te, perché vuol dire io sperimento l’energia del caos, l’energia del non tutto a posto, il premio che c’è è che questo caos poi diventa assoluta goduria, perché tu incominci a vivere nel mondo dell’apertura, verso le cose ampie, verso l’universo, verso la bellezza, verso degli elementi che non sono inquadrabili.
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Il passaggio è vedere da prendere una rosa e dire com’è fatta questa rosa, quanti petali ha, quando sboccerà, a metterla lì e dire quant’è bella!
Quindi senza capire niente, ma godendo della presenza, toglierti dalla mente, del capire della razionalizzazione ed aprirci invece all’apprezzamento della bellezza dell’amore delle cose dell’ universo.
Questo non è difficile. Per te è un po’ difficile capire che ascendente sei acquario o pesci, perché sei al confine, quindi ti devo fare una domanda, siccome sei la prima tu ti senti più tecnologica o ti risuonano già un po’ queste cose qui della bellezza e dell’armonia dentro di te o sei più una tecnica così.
Fabia: “no sono diventata più tecnica, perché prima io ero molto più anche disordinata, molto insomma, però un po’ per studio un po’ per lavoro, ho dovuto inquadrarmi, diventare un po’ più quadrata un po’ più ordinata”.
Quindi va bene, perché comunque l’energia pesci la conosci già, sei ascendente pesci, quindi devi andare lì, ecco allora quella che vivevi come confusione e come disorganizzazione, in realtà è un qualcosa da trasformare in dissoluzione dei confini, apertura totale, apertura al romanzo, alla bellezza della vita, così tirare fuori quella parte romantica.
Questo non significa che tu devi cambiare lavoro, perché fai un lavoro tecnico devi fare la scrittrice di romanzi, però significa, (è un’energia capisci non è una professione) imparare a vedere la grande è quella che gli inglesi chiamano la helicopter view, la big picture della cosa.
Cosa fare per riprendere la missione
Tirare un passo indietro e guardare il quadro nella sua bellezza totale, senza andare a scavare su quanti colori ha usato il pittore per fare quella tonalità di giallo, quindi per fortuna sei già così perché tu hai anche una bella venere lì vicino ascendente che dice anche che il bello lo ami la bellezza è in te.
Probabilmente l’hai un po’ messa da parte oppure hai un po’ perso questo senso di scopo in quello, l’hai messo da parte, perché c’erano cose più pratiche da risolvere ma ricordati che se la praticità ti consente di avere una vita normale, perché c’è bisogno, (ma non è che devi smettere di fare qualcosa) si tratta di aggiungere qualcosa, quel qualcosa da aggiungere è andare verso la bellezza, verso l’arte, verso la musica, verso quello che ti apre la mente verso l’alto.
Quando tu lo fai vedrai che va anche molto meglio il tuo lavoro, le tue cose, perché se tu per esempio introducessi meditazioni quotidiane, non so se già lo fai, magari lo fai. Fabia: “non ogni giorno, perché non ce la faccio però si”, ogni tanto le faccio.
Comunque delle attività che ti gratificano, anche quello che facevi, che ti piaceva da piccola, cioè la lettura di un romanzo, qualcosa che non c’entra niente proprio perché porta un po’ nel mondo dei sogni, in quel mondo del sogno della visualizzazione e dai spazio a quella parte lì.
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Automaticamente tutto ruota e si ripercuote sulla tua capacità, sulla tua efficienza, diventi più brava e più veloce a fare le altre cose.
Quindi se tu passi dodici ore al computer a lavorare, magari ne prendi una da dedicare a cose che ti piacciono, e nelle undici ore che ti rimangono riesci a fare comunque tutto oppure anche di più, perché hai una forma di alimentazione energetica positiva che ti consente di stare bene.
Quindi la missione non è qualcosa che io devo andare da Parigi a Roma e vado via da Parigi e mi ritrovo a Roma è vado da Parigi a Roma ma resto a Parigi e quindi devo avere tutte e due ok è bello perché integriamo non è una cosa esclusiva, ma aggiungi.
Aggiungere, e quello che tu puoi aggiungere è questo, avere qualcosa che ti piace che ti dà una soddisfazione di cuore, che fai per te stessa, e non per gli altri, uno spazio tutto tuo, dove chiudi la porta a nessuno può venire, e dove ritrovi questa connessione col mondo intero e anche il piacere della fuga dalla realtà.
Può essere anche vedere dei bei film, può essere qualcosa che veramente ti ispira, penso che ti piaccia l’arte, da quello che vedo, comunque le cose belle ti piacciono, quindi c’è una passione per qualcosa che magari hai trascurato un po’ ma non trascurarlo.
Tutto questo Saturno nella professione, Saturno ti porta a picchiar duro per ottenere un riconoscimento sociale nel tuo caso, ti fa lavorare continuamente per ricercare una carriera, una nuova posizione sociale, però c’è sempre qualcosa di imprevisto che succede, perché c’è anche Urano e c’è sempre la necessità di chiederti, quanto io ho questo atteggiamento un po’ di insegnante verso gli altri e che invece deve essere tolto.
C’è troppa attenzione al voler trasmettere la tua visione agli altri e poca attenzione nel crearla la tua vera visione, capisci è come se tu volessi insegnare qualcosa senza averlo ancora imparato, quello che riguarda te, non la tecnica il tuo lavoro, chiaramente.
Ma la visione della vita, chiederti di più qual è la tua visione e lavorarci per te e poi dopo, quando l’hai creata la puoi proporre, perché altrimenti c’è il rischio che ti senti dire che sei un po’ professoressa, non so come dirti, quindi un atteggiamento che la sai lunga e che viene vissuto male, perché viene vissuto dall’altro come un rifiuto da parte tua, perché viene come “io che so tutto e tu che non sai niente”.
Poi ovviamente mette l’altro in una posizione di inferiorità che non gli piace per niente invece tu l’idea è, vado io a crearmi la mia visione della vita, perché questa ti manca un po’ la parte più filosofica, la parte di filosofia della vita, me la creo io, me la cerco io, mi trovo io le persone che me la ispirano eccetera…
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E lo faccio per me, questa è una cosa che faccio per me non la vado a insegnare agli altri, la imparo e basta, me la tengo per me e la applico e dopo di che questo ti aiuta anche appunto nel lavoro, perché ti toglie quella forma di rigore eccessivo e magari viene vissuto un po’ come freddo dall’altro o come giudicante che sei sempre quella giusta, sei l’unica che capisce tutto e ti dicono queste cose qua.
Stai tranquilla che siamo in due perché lo dicono anche a me, Fabia: “rido, perché è successo anche ieri proprio sul lavoro che adesso va beh con lo smart working, tutto succede via chat, quindi le parole si possono anche insomma non capire molto bene, pero mi è successo proprio ieri e quindi, rido anche per questo”
Effettivamente non è facile il percorso è una cosa lunga da capire, da scoprire, una ricerca continua, non è che io ora pretendo con 10 minuti di chiacchierata di illuminarti, però magari ti do qualche indicazione che ti aiuti.
Consigli e suggerimenti per continuare il percorso
L’idea è che tu ogni volta che ti trovi di fronte a una scelta per esempio, mi leggo un buon libro o vado a lavorare ancora un po’, vado a leggermi un buon libro, tutte le volte che ti trovi di fronte a “gli dico a quello lì che non ha capito niente o faccio finta di niente”, fai un attimo finta di niente.
C’è un po’ di disordine in casa, viviamo un po’ nel disordine è inutile che mi stresso sempre a mettere a posto tutto, vediamo se ci pensano loro si vedono che c’è qualcosa fuori posto, fallo proprio come esercizio di guardare se gli altri dopo dieci giorni che non fai le pulizie, magari fanno qualcosa.
Anche loro devono imparare qualcosa, ma sicuramente lo fai per imparare tu a non essere l’unica che fa tutto, perché devi essere quella che costruisce la sua felicità dentro con attenzione a se stessa non solo agli altri, quindi torniamo al primo discorso, quando c’è da scegliere tra faccio qualcosa per gli o altri faccio qualcosa per me, per me.
Se c’è la scelta la faccio per me, se non c’è scelta faccio quello che s’è da fare. Fabia: “Guarda non sapendolo ho iniziato, sto cercando di iniziare a farlo e comunque è molto faticoso per me, perché subito come dicevi tu, entra in gioco quella lavoratrice automatica che deve fare molto”
La lavoratrice automatica è anche bella, perché lei fa tutto senza bisogno che decidi troppo devi solo dire ora ti spengo e accendiamo un’altra parte di me, che però è un atto di grande consapevolezza.
Una consapevolezza innanzitutto capire quando è attiva questa lavoratrice, poi provare a osservarla da fuori e dire guardala lì sembra quasi che casca il mondo se non lavora per 10 minuti, ti auto giudichi anche un po’ negativamente, guardala lì, come si fossi un altra.
Perciò dici di che cosa ho bisogno adesso, spegniamola questa lavoratrice e accendiamo la mia parte romantica, senti la gioia che ti viene nel pensare, ora mi metto sul divano leggo un bel libro che non c’entra con lavoro, ma un romanzo puro, una cosa di fantasia, mi guardo un bel film d’amore, un bel film che mi porta sulle emozioni su altre cose che non siano la tecnica e quando fai quello il giorno dopo la lavoratrice automatica è carica, può ripartire non devi spegnerla, però non deve essere l’unica.
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Va bene, ti serve, ti è servito? Fabia: “ si mi è servito, perché comunque sentirsi dire certe cose, specialmente poi da una persona che non ti conosce, fa effetto due volte, perché è come se fosse un doppio esame, perché comunque certe cose ho iniziato un po’ a capirle da sola, però sentirmelo dire fa più effetto, quindi assolutamente si” ci sono scritte lì non mi le sono inventate.
Fabia: “sì sì sì sì sì, ma anche sapere questo che ci sono certe cose che sono proprio la mia natura è diverso dire vabbè sono io che sono impazzita un attimo oggi, che proprio voglia di lavorare, invece no, saperlo che la mia natura e quindi devo fare un lavoro specifico su me stessa è diverso”.
Perché capisci che c’è dietro qualcosa di grande, c’è qualcosa di più grande di quello che pensiamo, che non sono capricci, non sono bisogni, ma sono missioni, cioè un compito importante che ti cambia la vita, te la migliora, quando ci vai, e assolvi quel tipo di compito, tutto il resto attorno va a posto e diventa tutto più facile e leggero.
Quindi ogni volta che stiamo sperimentando difficoltà, vuol dire che stiamo lavorando in qualche modo contro il nostro scopo quando invece tutto comincia a fluire con leggerezza vuol dire che siamo nel flusso dell’Universo e che stiamo andando verso il nostro destino.
Perché noi siamo come dei pianeti, ma che noi non è un’ orbita, non è visibile non è che si può dire che tu vai da lì a lì, però se non siamo nell’orbita giusta, l’universo ci dice “ma vai a posto che se no succede un casino pazzesco se tutti fanno quello che vogliono” e tu devi stare lì, non puoi andare da un’altra parte.
In qualche modo noi quando resistiamo pensiamo di saperla lunga, facciamo questo o facciamo l’altro e poi arrivano le botte sulla testa, cerchiamo di capire che la botta sulla testa è un messaggio non è che siamo sfortunati ma è un messaggio, è un messaggio è come la mamma quando il bambino che non sa niente vuole mettere il dito nel fuoco e gli dà la sberla sulla mano, perché altrimenti fa un danno peggiore meglio la sberla che il dito nel fuoco, è la stessa cosa. Fabia “certo”
Ciao Stella, Fabia: “grazie mille” alla prossima ciao Fabia, buona giornata, ciao.
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