Viviana: “Oggi Giancarlo parliamo di un tema leggermente provocatorio: ci vogliamo chiedere se gli operatori olistici in questo momento lavorino nella direzione dell’unione o della separazione?”

Il mondo olistico unisce o separa?

Giancarlo: “Come prima cosa osservando il mondo olistico abbiamo notato che molti personaggi  tendono a professare la propria tecnica come la migliore”.

Viviana: “É vero, che c’è una tendenza generale di questo tipo. É un osservazione, con questo discorso non vogliamo nuovamente anche noi avviare delle discussioni separative, però c’è una modalità che si attua non solo nel mondo olistico, ma per qualsiasi forma di pensiero. Nel momento in cui si vuole proporre qualcosa di nuovo si tende un po’ a denigrare il resto, oppure si tende a dire che quello che c’è adesso è la scoperta migliore di tutte: come se la cosa più nuova fosse è la migliore in assoluto”.

“Ogni volta che sento questo tipo di modalità di comunicazione – perché poi è soprattutto una modalità di comunicazione – dentro di me scatta un meccanismo che mi fa sentire separata innanzitutto, per cui in primis critico questa modalità, e poi il passaggio successivo è quella di chiedermi che cosa spinga a far questo”.

“La spinta probabilmente può essere anche un misto di entusiasmo: non è necessariamente una volontà di voler emergere in maniera egoica, però è una modalità un po’ forzata, perché sappiamo benissimo intanto che tutte le grandi verità sono state già dette. Non c’è niente di nuovo sotto questo sole. Il compito degli operatori olistici dovrebbe essere quello di inquadrare delle modalità operative che aiutano ad andare in una direzione del miglioramento di se stessi, della maggiore luce, della spiritualità”.

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Funziona la tecnica olistica?

“Non è la tecnica di per sé. Se sbatto l’aspirapolvere contro i miei vasi cinesi si rompono. Bisogna saperla usare, dipende da chi la usa. Quindi è molto importante la persona, la sua intenzione, la risonanza spirituale che c’è con essa. Non esiste una persona più brava degli altri o la tecnica migliore al mondo: chi la usa ha un suo modo di percepirla e di trasmetterla, e se questo modo di percepirla e di trasmetterla è in risonanza con la persona che la deve ricevere succedono delle cose bellissime”.

“Nel momento in cui invece io sento che c’è qualcosa che non va – e ciò non dipende dalla tecnica di per sé, perché non è vero che l’aspirapolvere non funziona: se la so usare non spacco i vasi cinesi – devo prendere atto del fatto che la cosa non fa per me, non risuono con quella cosa. Se imparassimo tutti a fare così non ci sarebbe né l’olistico che ti dice ‘questa è la tecnica migliore del mondo che risolve i problemi cinque minuti’ né la persona verrebbe delusa perché magari non ha funzionato. Sei d’accordo?”

Giancarlo: “Sì, sono molto d’accordo. Talvolta, come dici tu, si rischia di professare che qualcosa sia meglio di altro ed ecco la separazione grossa come una casa; un’altra evidenza che abbiamo notato spesse volte è che nel mondo olistico alcuni soggetti criticano, anzi fanno polemica proprio molto marcata verso quello che è il mondo scientifico ‘tradizionale”.

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“Siamo in un momento storico in cui beneficiamo di tutte le conoscenze che abbiamo accumulato nel tempo. Durante la storia dell’uomo abbiamo creduto cose come vere, ad esempio che il Sole girasse attorno alla Terra, e le abbiamo smentite. Quindi abbiamo dovuto cambiare paradigmi costantemente: grazie a questo abbiamo capito meglio, abbiamo integrato meglio, siamo stati più efficaci in quello che facevamo, quindi da un certo punto di vista siamo stati meglio”.

“Per imparare ad unire non possiamo dire ‘la scienza Newtoniana non ha capito niente, muoviamoci solo verso i concetti della della fisica quantistica’, ci dimenticheremmo che alcuni meccanismi di causa-effetto lineari newtoniani li viviamo tutti i giorni. É bello parlare di illuminazione e di riuscire a fare delle cose pazzesche, ma se ci mettiamo tutti i 7 miliardi e mezzo che siamo su una scogliera alta cento metri e ci buttiamo giù, non so chi poi non sia soggetto alle leggi del buon Newton”.

“La nostra non è una critica o una polemica al mondo olistico, ma vogliamo solo osservare e ragionare sulle cose. Nei prossimi video parleremo di ‘pop spirituality’ e di come abbia l’intenzione di creare di nuovo unione e di allontanarci dai pericoli della separazione che ci fanno soffrire”.

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