

Tema natale e ferita da umiliazione e autoritarismo: l’esperienza di Micol
In questo articolo capiremo come la ferita da umiliazione crea uno schema che ci rende reattivi e si innesca, automaticamente, ogni volta che la ferita viene attivata.
Ciao Micol, ciao. Benvenuta, noi ci conosciamo già perché abbiamo già fatto la missione nella vita, ho molto piacere di rifare con te questa esperienza e oggi facciamo le ferite, che era quello che ti interessava più.
Io ho guardando un pochino la tua carta ovviamente, perché sai che mi baso sempre sul tema natale per queste descrizioni, come al solito adesso magari parlo un po’ io, perché è meglio che non mi influenzi, poi però chiaramente mi fa piacere se mi confermi, mi dici no non è proprio così o mi fai capire quando ti ci ritrovi chiaramente.
Allora io di solito divido, -perché ho imparato a fare così- le ferite dell’anima dalle ferite dell’ego, della personalità, nel senso che quelle dell’anima sono quelle magari ereditate dalla famiglia che comunque danno una continuità con una ferita di tipo familiare, mentre invece quelle della personalità sono proprio quelle dell’individuo quelle che tu vivi in quanto Micol non in quanto appartenente a una famiglia.
La ferita da umiliazione di Micol
E partirei da questa, perché credo che per te sia una ferita piuttosto interessante da conoscere, da esaminare, che è la ferita dell’umiliazione, questa ferita è interessante vederla, perché ce l’hai doppia, cioè ce l’hai sia in quanto Ascendente sia in quanto segno del tuo Sole, perché corrisponde all’asse Vergine-Pesci, quindi tu sei un Pesci e ascendente Vergine, quindi ce l’hai confermata in pieno.
Questa ferita di solito si risveglia, come tutte le ferite, quando siamo piccoli, quando siamo bambini, entro i sette anni e viene attivata dai genitori, questa ferita si attiva e viene attivata dal genitore che si è occupato di te, di farti crescere, di alimentarti, e può essere collegata a una modalità di alimentarsi di occuparsi di te in cui venivi un po’ forzata a fare delle cose, ad esempio, mangiare o vestirti.
Quando si creano questo tipo di forzature, per il bimbo sono comunque vissute come una violenza, è una forma comunque di imposizione e si crea dentro di noi il concetto subito di punizione, come di essere puniti e si creano dei sensi di vergogna di come siamo e delle situazioni.
Quindi l’emozione prevalente di chi vive la ferita da umiliazione è proprio la vergogna, allora il problema è che per superare la ferita noi costruiamo sempre delle maschere, facciamo finta che non c’è questa ferita, tutti quanti lo facciamo noi dobbiamo sopravvivere socialmente, e quindi quando cresciamo facciamo finta di non avere niente e di essere a posto.
Questa maschera, è la maschera che è stata definita. – non è una definizione di una personalità tua – della persona “masochista”, nel senso che preferisce far del male a se stesso piuttosto che fare del male agli altri, questo perché il concetto è che si ha vergogna di sé o degli altri e in realtà si ha paura che gli altri si vergognino di noi.
Per cui c’è tutto un meccanismo per cui facciamo finta, per non essere noi quelli che fanno del male agli altri, alla fine ci blocchiamo e facciamo del male a noi stessi.
Aiutami a capire se in qualche modo tu l’hai vissuto questo tipo di conflitto, perché è un conflitto interiore alla fine. Micol: “si, più in passato” dunque la sentivi questa cosa che alla fine facevi del male a te. Micol: “si, molto il sentimento della vergogna” ecco la coda della vergogna. Vergogna delle persone con cui sei, vergognarsi di quello che succede, questo è proprio il tipico delle umiliazioni.
Leggi di più sulla ferita da umiliazione qui:
Allora il fatto di essere umiliato, porta a trattenere in sé le emozioni e quindi anche fisicamente si tende un po’ a gonfiare, perché quando trattieni gonfi e quello che tu cerchi, ma di cui hai tanta paura, – a te lo dico perché si associa con questa ferita – è la libertà.
Perché da un lato c’è la rivendicazione del diritto di essere indipendente, dall’altro la paura tremenda di essere libero, perché vuol dire essere aperto, e quindi la tensione è tra essere libero o essere sottomesso, perché l’umiliazione, se ci pensi come termine vuol dire in qualche modo, io dò il permesso a qualcuno di farmi del male.
Quindi quando si dice masochista, – il termine non mi piace tanto, perché non è che poi tutti quelli che hanno l’umiliazione siano masochisti, noi siamo di solito un po’ più gentili nei termini- il concetto è molto chiaro, il masochista quasi automaticamente tende a sottomettersi, comunque per fare male a se stesso si lascia far male anche dagli altri.
Ha la tendenza di attirare su di sé, di assorbire, per cui in realtà la dualità che vive a livello dell’ego o della personalità, nel mondo duale (noi siamo sempre in contrasto nelle scelte) è sono sottomessa o sono libera, ma la paura è diventare libera e quindi si tende, quando la ferita non è elaborata, a restare sottomessi, quindi a farsi del male.
Magari a non entrare in certe relazioni, perché si ha paura di essere feriti, cioè di farsi da soli del male, perché così non me lo fanno gli altri, preferisco io star da sola, ma almeno l’ho deciso io piuttosto che stare in coppia e subire la sottomissione nella coppia.
L’insegnamento della Brennan sulle ferite emozionali.
Secondo Barbara Brennan, che è la prima studiosa che ha scritto anche un bellissimo libro che parlava appunto di queste ferite, poi è stata seguita dalla Lise Bourbeau che ha spiegato in maniera un po’ più semplice queste cose però i concetti di fondo sono riportati da Barbara Brennan, dice alla fine qual è l’affermazione che ci consente di passare dall’ego, dal vivere la ferita in maniera umana, quindi passiva, a diventare padrone della tua vita.
La Brennan dice che l’io inferiore – l’ego inferiore, la parte inferiore, la mente inferiore- sfida sempre l’altro e tende a voler provocare un po’ e quindi ad attirare questa umiliazione, quasi come se fosse una forza più grande che non riesce a controllare, nel momento in cui c’è l’attivazione di una crescita, di un livello spirituale più alto in cui si entra in contatto col Sé Superiore, ci si rende conto che si può essere liberi e quindi si diventa liberi. Quindi quello che più fa paura, deve diventare un obiettivo per superare l’umiliazione.
Vuoi dirmi qualcosa a questo proposito, certo ci sarebbero vite da raccontare, però… Micol: “assolutamente, ti sto ascoltando” ci sei, ci ti ritrovi… -Micol afferma con la testa- quindi l’evoluzione è dire “io sono libera”, il tuo mantra deve essere, -se non l’hai già fatto- “io sono libera”.
Oppure la frase che io dico sempre che mi piace tantissimo di Eleanor Roosevelt quando parlava con la popolazione di colore, perché chiaramente erano i tempi in cui c’era ancora molto razzismo, e lei diceva: “nessuno -rivolgendosi alla popolazione di colore- nessuno può farvi sentire inferiori senza il vostro permesso” e a me piace tantissimo, questa frase la dico sempre, perché la dico a me stessa e si può cambiare l’aggettivo, se non è inferiore, può essere umiliato, oppresso, maltrattato, poco stimato…
La puoi dire in qualsiasi cosa. Nessuno può farti sentire -nel tuo caso- sottomessa senza il suo permesso, perché tu sei tu che dai il permesso agli altri di farti sentire in qualche modo, e quindi applicato il concetto alla ferita di umiliazione, questa cosa qui è ancora più vera, perché c’è proprio il discorso della relazione con l’altro.
Leggi sulle cinque ferite emozionali e i segni zodiacali qui
Bisogna superare la vergogna, nel momento in cui tu superi la vergogna della persona che è con te, di ciò che succede, chiaramente sei libera, sei libera anche da questi stimoli che ti fanno stare male esteriormente, è proprio il discorso di liberarsi.
Allora questa è quella dell’ego, quindi anche quella però un po’ più sentita, perché noi sentiamo di più la ferita dell’ego, perché ovviamente viviamo di più identificati con la nostra personalità, che con la nostra anima.
L’altra lavora un pochino più sottilmente più sotterranea come ferita, perché è una ferita ereditata dalla famiglia e quindi in qualche modo è una ferita che fa parte anche degli altri membri della famiglia, e che noi in qualche modo viviamo come appartenenti alla famiglia, non è proprio così individualizzata, però sicuramente ci fa male.
La ferita del autoritarismo di Micol
Nel tuo caso è l’autoritarismo e potremmo chiamarlo ingiustizia per autoritarismo, questa è una ferita che nel tuo caso viene esercitata quasi al contrario, nel senso che tu nasci con una capacità quasi automatica proprio per ereditarietà di essere tu troppo autoritaria.
Quindi sai di essere vissuta come una donna autoritaria dagli altri e il tuo percorso invece è quello di andare verso la comprensione, -anche qui- di una maggiore libertà di sentirti più uguale agli altri, di non essere così distaccata e desiderosa di dire a tutti quello che devono fare.
Qui ovviamente ci sarebbero delle storie familiari da indagare e approfondire, però per ora diamo una piccola indicazione. Quello che posso dirti che per questa ferita, più elabori questa ferita dell’autorità, e più tu aiuti anche tutta la tua famiglia a crescere non è più un discorso di sviluppo spirituale individuale ma è un contributo a tutti.
Nel tuo caso la difficoltà può essere proprio quella di lasciar andare un automatismo, perché anche qui hai ereditato qualcosa che fa parte di te l’abitudine a pensare di essere nel giusto, nella ragione e di vedere la vita in un certo modo, da una specie di piedistallo, come se il tuo pensiero, -adesso dico una cosa non voglio essere offensiva, però cerca di capire per far capire il concetto- come se il tuo pensiero fosse migliore di quello degli altri, tu dici è così e basta si fa così e non ce n’è per nessuno.
Invece per te il passaggio è proprio quello di cominciare a guardare il mondo da tanti punti di vista diversi, aprirti ad altre possibilità, chiaramente questa ferita è una ferita di cui già abbiamo parlato anche con altri, -di cui abbiamo già fatto questo tipo di lettura- è la ferita che dà invece rigidità, e quindi in tutti i sensi, sia di pensiero, che fisica, può essere in te anche nel corpo, qualche parte che senti che consideri più rigida, che non ha capacità di movimento fluido.
È una sorta di somatizzazione o comunque di densificazione nella materia di quest’energia della ferita, che fa sì che noi ci richiudiamo. Queste al contrario non riguarda tanto l’evoluzione, diciamo che come sul piano come dicevamo prima della libertà quindi di andare oltre la vergogna ma è soprattutto un aprirsi all’amore.
Perché aprirsi all’amore è la sostituzione del giusto sbagliato, come dire io ho ragione, tu non hai ragione, cioè di discussioni che riguardano il giusto sbagliato, sostituirle con l’accettazione delle opinioni diverse e dei modi di vedere diversi, quindi diventa va bene tutto, io mi metto sul piano più alto con il Sé Superiore e mando amore, anche a quelli che vedo diversi da me e che in qualche modo vorrei indirizzare e guidare.
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L’autorità è quella che dice cosa bisogna fare, quindi abbandonare un po’ questo concetto di dover dire che le cose si fanno come dici tu e cercare invece di andare al livello superiore dell’amore, da cui dici va bene ti accetto così come sei, e quindi io mi impegno, io amo, vado al di là del giusto – sbagliato e amo, è la frase che suggerisce come mantra proprio la Barbara Brennan, perché ci fa capire che siamo andati oltre.
Su questo hai qualche storia o qualcosa di particolare che ti ricorda, perché è anche collegata al vissuto della famiglia, questo discorso dell’autorità. Micol: “si, sicuramente è una cosa un po’ assorbita , una famiglia molto autoritaria, sia quella materna che paterna. Estremamente autoritaria e quindi ovviamente la tendenza poi a riproporre, questa cosa anche nell’ambito della vita lavorativa, poi io ho sempre subito questa autorità, cosa che mi rende estremamente fredda, proprio perché io non ho il carattere e subisco per l’altra ferita subisco”.
Le due ferite sono difficili da mettere insieme, perché alla fine una ti farebbe agire in un modo e l’altra invece ti fa subire, da un lato subisci dall’altra vorresti essere il leone che aggredisce, quindi forse si crea un conflitto dentro di te molto forte.
Come fa Micol a convivere con le sue ferite
Micol: “infatti in questo senso il mio cammino è stato proprio… certo di accettare tutto … vai a un livello superiore così stai meglio, perché se no, non ne vieni fuori. Accettando anche il fatto che siamo tutti diversi, -lo dico così in forma semplice ovviamente- però mi hanno aiutato tanto questi studi che ho fatto, sia studi universitari che studi miei, poi anche con te, poi tutto tutto quello che diciamo un po’ olistico generale, ma anche gli studi universitari”.
Cosa hai fatto all’università? Micol: “io ho fatto giornalismo e comunicazione, mi ha aiutato tanto, si apre la mente e poi un master in psicologia del lavoro e ho studiato con Bauman per cui ho imparato tanto, studiare …in realtà ho studiato durante il lavoro quindi ero già adulta, studiare che di solito è rigido, invece a me apre la mente. E mi piace aprirmi a tante discipline diverse”.
Si la diversità è importante per te perché altrimenti sei troppo ancorata a questa educazione rigida che si fa solo in un modo e basta, invece avere un po’ di fluidità nell’aprirti agli altri questo ci sei riuscita a farlo tu, e questo l’hai fatto anche per la tua famiglia, perché è un lavoro che fai per te, ma anche per gli altri.
Micol: “lo spero anche perché gli altri non sono così aperti”. Non l’hanno sentito, però magari quelli che vengono dopo lo sentono, perché tu comunque cambi il tuo campo familiare, nel momento in cui tu intervieni. Noi facciamo parte della nostra aura, della nostra energia ma poi anche di quella della nostra famiglia.
Ci sono come io dico come tante uova invisibili intorno al nostro corpo, i campi energetici sono uova che non si vedono però il concetto è che tu comunque più cambi il tuo e in qualche modo risuona con quello della famiglia, e quindi anche se loro apparentemente non lo hanno recepito in realtà da qualche parte risuona.
Lo sai com’è che è, il battito d’ala di una farfalla si sente dalla parte opposta può cambiare qualcosa da una parte opposta del mondo, sono delle frasi che ci dicono per farci capire come funziona la risonanza, anche a grande distanza.
Ecco cara va bene, allora io direi per oggi ci lasciamo così, poi chiaramente le cose più direttamente personali le facciamo in altra sede, io ti ringrazio perché sei sempre disponibile a fare questi video, che aiutano.
Micol: “deliziosa sempre e sempre tanto disponibile e aperta a tutto, quindi ti ringrazio tanto, ma ci vediamo presto per altre cose”. Va bene, tanto guarda io questi veramente desidero tanto che siano fatti soprattutto per far vedere a chi non conosce, così cosa succede, cosa si fa, poi è chiaro che posso dirlo qui magari lo lasciamo in questo video che quando si fa privatamente, si può un pochino anche parlare di più delle cose nostre private e quindi magari può essere più efficace, però persone come te che sanno anche leggere dietro le righe, sanno di che cosa stanno parlando, se lo tengono per sé, ma dentro lavora, funziona comunque.
Grazie cara, sei un tesoro. Micol: “Grazie, ciao ciao…
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