

Coincidenze o segni dell’Universo?
Vi è mai capitato di sentirvi bloccati e incapaci di fare chiarezza dentro di voi sulla direzione da prendere nella vostra vita?
E di svegliarvi ogni mattina con il proposito di cambiare qualcosa, per poi ritrovarvi la sera delusi e frustrati di non esserci riusciti?
Se state cercando anche voi un modo per passare dall’altra parte del vetro, dal quale per troppo tempo siete rimasti ad osservare quelli che riuscivano a vivere la propria vita come voi avreste voluto vivere la vostra, allora forse vi potrebbe interessare la mia storia…
Incontro con il destino
Mi chiamo Antonella e ho cinquantaquattro anni. Nel mese di dicembre 2015, un gatto mi ha indicato la via che dovevo percorrere, attraverso uno di quei segni che spesso l’Universo ci manda e che altrettanto spesso noi non siamo in grado di vedere. Preferiamo chiamarle coincidenze.
L’episodio che sto per raccontarvi ha segnato il mio risveglio e mi ha portato all’incontro con l’Astrosofia e con il tema natale, così ho scoperto il mio talento innato e il mio dono da approfondire.
Prima di parlarvi del sogno del gatto devo però dirvi cosa stava succedendo nella mia vita in quel periodo. Da anni ormai facevo un lavoro che non mi piaceva, ma l’idea di lasciarlo mi terrorizzava perché in passato, quando avevo trovato il coraggio di farlo, mi ero ammalata seriamente nel giro di un mese e mi ero ritrovata malata e senza lavoro nello stesso momento.
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Dunque eccomi lì, consapevole di vivere una vita che non mi apparteneva più, ma così convinta che mollando tutto mi sarei ammalata di nuovo da non riuscire a fare un passo in un’altra direzione.
Con le orecchie tappate per non sentire le urla della mia anima e gli occhi bendati per non vedere che con il mio lavoro stavo contribuendo alla distruzione del pianeta, andavo avanti a vendere articoli di plastica in quasi tutto il mondo, con la sola gratificazione dello stipendio a fine mese.
Il messaggio dell’Universo
Toc toc!
Chi è?
Sempre io, mi ascolti questa volta?
Ironicamente è così che ripenso a quando, nel 2014, mi sono ammalata di nuovo pur non avendo lasciato il lavoro. E come se non bastasse, a una settimana di distanza, i medici hanno diagnosticato la stessa cosa anche a mia sorella.
Ora non starò qui a rattristarvi con i dettagli di quanto sia stata dura affrontare quella nuova sfida, vi dirò soltanto che neanche questo secondo potentissimo segno è servito allo scopo, infatti ho proseguito imperterrita sulla stessa strada, curandomi e reprimendo la rabbia e il dolore. Fino al fatidico mese di dicembre del 2015 quando, due mesi dopo la morte piuttosto inaspettata di mio padre, il gatto della mia migliore amica è venuto a salvarmi.
Il sogno del gatto: un segno dell’Universo
Il sogno del gatto non è stato un sogno qualsiasi, così come non lo sono stati altri sogni che ho fatto in passato.
Ho sempre saputo che si trattava di qualcosa di più complesso e difficile da comprendere. La sensazione è quella di uscire dal corpo e di fluttuare nell’aria, in un’altra dimensione priva di gravità.
È andata così anche quella notte, ho avuto prima la sensazione di essermi svegliata e di non riuscire a muovermi, come se fossi paralizzata, poi ho sentito il mio corpo levitare, un forte dolore al petto e una specie di strappo, come se qualcosa fosse uscito dal mio sterno.
Quel qualcosa che non so descrivere ha iniziato a fluttuare nell’aria senza peso. Ero io, ma senza la costrizione del mio corpo fisico e con un’incredibile consapevolezza di tutto ciò che mi circondava. Riuscivo a vedere davanti a me, di fianco a me e dietro di me senza muovere gli occhi, avevo uno sguardo a 360 gradi.
Bubi, il gatto che mi ha cambiato la vita
In una frazione di secondo dalla camera da letto mi sono ritrovata nel salone e dall’alto, guardando sotto di me, ho visto il gatto della mia amica, Bubi, che accudivo regolarmente quando lei e il suo compagno erano in viaggio. C’era un legame con questo gatto, un forte affetto da parte di entrambi.
Bubi è seduto immobile sul pavimento, lo osservo dall’alto per qualche secondo, lui non mi guarda, ha gli occhi chiusi o forse abbassati ed è seduto sulle zampe posteriori, non sdraiato né addormentato. Poi sento la mia voce urlare “Lilly no, ti prego! Non portarmi di là, non portarmi di là!”.
Mi sveglio di colpo, angosciata, Lilly è una mia amica morta più di 20 anni fa per un tumore al seno e non la sognavo da parecchio tempo.
Resto sveglia per un po’, poi mi riaddormento e il mattino dopo ripensando al sogno, non provo più angoscia.
Nel tardo pomeriggio, di ritorno dal lavoro, ricevo una telefonata dalla mia amica che in lacrime mi dice: “Lella, Bubi sta morendo”.
E io, finalmente, crollo.
Il gatto aveva avuto un’ischemia durante la notte, o perlomeno così dirà il veterinario.
Sono riuscita a salutarlo, ma non a dimenticarlo.
Nei tre giorni successivi non ho fatto altro che piangere, con la convinzione che Bubi fosse morto al posto mio. Ancora non riuscivo a vedere, ma questa volta qualcosa avevo sentito, la mia voce interiore.
L’Universo non si dà per vinto quando non capiamo i suoi messaggi
Qualche giorno dopo l’Universo, forse per non correre il rischio di vedermi ignorare anche questo segnale, me ne ha mandato un altro.
Nella sala d’attesa di un fisioterapista dal quale mi ero recata per un problema alla spalla, pesco un libro a caso dalla piccola libreria a disposizione dei pazienti. Titolo del libro: Elogio dei sogni. Nella prima pagina dopo la copertina trovo la seguente nota, scritta a mano in corsivo: Questo libro è di Anna Chiara e Pino, vedere a pag. 189.
Incuriosita vado alla pagina indicata e lì c’è una poesia dal titolo: “Il gatto nell’appartamento vuoto” che parla della morte del padrone, di come viene vissuta dal gatto.
Non aggiungo altro, anche se di segni come questo sulla mia strada nei mesi successivi ne ho trovati altri.
Il percorso di cambiamento
Ho iniziato un percorso di psicoterapia, perché stavo male ma non volevo ancora accettare l’altra verità. E cioè che esiste una realtà che va al di là di quella tridimensionale nella quale facciamo esperienza della nostra vita sul piano fisico.
C’è voluto un anno, poi ho smesso con le inutili sedute dalla psicologa e ho iniziato a sedermi sul serio, a gambe incrociate sul pavimento a meditare e a dialogare con la mia anima, la quale mi ha detto di occuparmi della mia crescita spirituale oltre che di quella personale.
Ho iniziato a leggere libri e a seguire seminari online e dal vivo, partecipato a corsi che, tra le altre cose, mi hanno insegnato a modificare i miei pensieri, spostando l’attenzione sulle cose positive presenti nella mia vita.
La meditazione: un valido aiuto per rinascere
Ho iniziato a praticare la meditazione della gratitudine e del perdono. Ho capito l’importanza del momento presente e quella di lasciarsi alle spalle i dolori del passato.
Sono cresciuta, cambiata, diventata più consapevole della realtà che desidero creare attraverso i miei pensieri, le mie emozioni e le mie azioni.
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Una cosa ancora però mi mancava: la chiarezza su quale fosse il lavoro giusto per me. Dopo due anni ancora non ero riuscita a capirlo.
Le coincidenze non esistono, sono segni dell’Universo
Smanettando in internet alla ricerca di un’ispirazione sono “casualmente” arrivata sul sito di Phedros e ho prenotato una consulenza con Viviana Queirolo Bertoglio.
Le ho fornito luogo, data e ora di nascita e lei mi ha fatto il mio tema natale. Una delle prime cose che mi ha chiesto e che per delicatezza nei confronti di una persona a me cara non voglio rivelare, mi ha lasciato a bocca aperta. Come poteva questa sconosciuta sapere una cosa tanto intima?
Dopodiché la consulenza si è focalizzata sul tema che per me era più urgente approfondire, la scelta della mia strada professionale e, se possibile, capire lo scopo della mia vita.
È emerso che il mio talento innato è la comunicazione, insieme alla capacità di mediare. Per quello non devo fare nulla, lo uso quotidianamente senza neppure accorgermene e in qualsiasi lavoro sarà ben sfruttato. Siamo qui per sfruttare i nostri talenti
Il dono da approfondire è la scrittura e anche qui sono rimasta scioccata! Viviana non poteva saperlo, ma ho scritto un libro, benché avessi quasi abbandonato l’idea di tentare di pubblicarlo. Ora ci proverò, naturalmente.
Sono emerse molte altre cose che ho potuto elaborare con l’aiuto delle risorse gratuite presenti sul sito di Phedros e che prendendo forma mi hanno portato dove sono ora.
Vi state chiedendo dove?
Al di là del vetro, a vivere la mia vera vita, quella dell’anima.
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Antonella Bobbio nel 2020 ha vinto la quinta edizione del talent letterario Incipit Offresi con il suo romanzo inedito ‘Sette anni e un giorno’, una storia che inizia dalla fine, un intreccio tra passato e presente, momenti felici e momenti bui.
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- Tag: consapevolezza